Che il windsurf sia uno sport per tutti, lo sappiamo: donne, uomini, bimbi ed adulti, basta starci bene ed amarlo almeno un pochino.
Per me che lo ho amato dalla prima volta, e che ogni giorno lo amo come la prima volta, questi giorni sono stati di fuoco: impegnativi, di enorme disciplina, dolore e sempre emozione.
Questa mattina sei lunghi, lunghissimi, interminabili bordi dal Pier fino all’altra costa, qualcuno forse non ci crederà, ma così è stato ed il primo bordo, ho avuto una paura che non si può descrivere: la velocità, l’acqua, la tavola…. Tutto correva come se non ne avessi controllo, ed avrei voluto mollare tutto, ma mi sono imposta di non farlo, di resistere perché arrivare a planare con una 122 litri al Garda, dopo la 165, a quella velocità, non è una cosa che puoi mollare: la paura la tieni per dopo.
Alla fine del primo bordo mi sono buttata in acqua, di proposito, per riprendermi, capire se ero serena (non lo ero) e non mi sono fatta prendere da nessun tipo di emozione, ho solo pensato che dovevo recuperare la vela e tornare al Pier, sotto l’occhio attento di Fabio Calò e con qualche suo urlo che risuonerà per parecchi anni nella mia mente.
Guardiamo le gallerie, ripartiamo in planata, qualche ripresa sull’assetto ed è di nuovo grande velocità, vento, acqua, adrenalina e le ginocchia che tremano: come ci sia riuscita a non cadere con le gambe tremolanti, rimarrò un mistero.
Fabio mi guarda, mi chiede se sto bene, viriamo e via……e questa volta, le ginocchia sono ferme, il cuore batte a mille, la direzione è giusta ed il risultato è che alla fine del bordo, mi tuffo, guardo Fabio e scoppiamo a ridere.
Non riesco a dire di più (per la gioia di Achille) e non mi sono nemmeno espressa bene, perché quello che provo ancora lo voglio tenere dentro di me, e poi sono sensazioni che si possono trasferire solo con gli sguardi;
ci sarebbero cose da dire sulla tecnica, gli errori, i progressi, ma non oggi.
Dico solo una cosa: adesso è 116 litri, non sarà semplice, ma mi sentivo pronta e l’ho portata a casa.
Un abbraccio,
L.