Il Croce o anche detto. … l'ammazza lunedì! Ma ci stava tutto, per planare ravvicinata alla mia Goya 4,9 preferita, che poi ha un rider che … cribbio che progressi questo rider, mai sazio di velocità.
Io con la 5,2 nuova, caduta non dal cielo, ma dal buon Detour, buonissimo Detour, mai avrei detto ieri che sarei tornata a casa con una vela nuova.
Daniele …. ho toccato con mano che l'acqua dei laghi è come l'alcool ( per i remoti ricordi che ho di quando ero adolescente ): mai scendere di grado, solo aumentare: il passaggio Pier Cruz è stato … ghiacciante.
Dal punto di vista tecnico, avevo la 5,2, tavola con una pinna sola, come sempre per il Cruz: al termine dei bordi, strambate e virate veloci, quest'ultime accompagnate dal sonoro "dai Livia, preparati, forza che ci riesci, mano vicino all'albero e … saltino !". Una volta il saltino si è tramutato in tuffo, ma pazienza.
E poi … bolina, perché nella vita come dico sempre o si fa windsurf o si fa l'amore, ma se si fa windsurf, come mi diceva qualcuno l'anno scorso "o si plana o si bolina"; nessun problema, ho applicato il principio che mi ha insegnato quello che è stato il mio maestro per dodici anni in un altro amatissimo sport, qualcosa come quindici vite fa: "quando sei davanti ad un ostacolo, consideralo già superato, guarda quello successivo e pensa a quello dopo ancora"; e così ho preso i miei punti di riferimento: nel bordo di ritorno, mure a dritta, volevo arrivare oltre la rampa della scuola di windsurf, quindi mi sono fatta le mie traiettorie, prima la boa, poi il riferimento della rampa dove ci fermiamo e così sono riuscita, per gradi, a superare la terza rampa, fortuna che ho una buona vista e che la traiettoria me l'ero segnata visivamente da lontano; lo stesso principio, ma con riferimenti diversi, per il bordo mure a sinistra.
Uscita top, per la compagnia prima di tutto.
Smack.
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