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25 Novembre 2019 alle 21:17 #14268
Eccoci qua con il reportino da Porto Cesareo, anche se inizialmente doveva essere Porto Corsini. Qualcuno però aveva già iniziato a parlare del fine settimana pugliese e quando mi è stato chiesto se avevo voglia di fare il viaggio, delusa ma non stupita della pessima stampa che parlava di Venezia, non ho avuti dubbi sul partire, lasciando a casa i vari “sei matta” “non hai nulla da fare” ecc.
In viaggio , anche se eravamo solo in due, l’atmosfera era già “calda” per questo spot sconosciuto per noi, noto come le Hawaii del sud, condividendo le emozioni, le ansie per l’organizzazione e non vedendo l’ora di arrivare.
Arrivati nello spot il giorno successivo alla partenza, non mi sarei mai aspettata, tra le varie cose, di incontrare subito Lino, istituzione windsurfista pugliese, colui che tutto sa e che avevo già conosciuto quest’estate; qualche consiglio sui pericoli dello spot (uno strato di rocce segnalato da un boa) e via in acqua, in un’acqua incredibilmente piatta per poi fuori regalare rampe che, anche per me che non ci sono mai stata, hanno fatto pensare alle Hawaii. Che onde belle, senza schiume, magari per me un po’ troppo alte, ma non fanno più paura oramai, anche se non manco mai di rispettarle. Direzione del vento un pelo troppo da mare, ma poi anche il vento ha trovato il suo posto.
Se Porto Cesareo da una sensazione di serenità, le Pietre, spot dei due giorni successivi, quando a Porto Cesareo non entra bene il vento, è più…. rock. Fondale roccioso, shore break insidioso, ma con un canale di “recupero” per cui se ci si trova in difficoltà, si viene “gentilmente accompagnati” al punto di partenza.
È stato un fine settimana entusiasmante, dispiace essere stati solo in due ( ed a me piacerebbe sempre si unisse qualcuno dell’awiv), ma non ci hanno preso sul serio quando abbiamo deciso di partire ed in molti hanno pensato stessimo scherzando; più il viaggio è lungo, si può dire quel che si vuole, ma windsurf vuol dire viaggio, più è bello condividere i kilometri, le visioni del posto, le spese, il cibo e l’attualità (più di un pensiero all’ex Ilva).
Per me chi vorrebbe le donne a casa a crescere la prole, alle Pietre c’è stato un bellissimo esempio di condivisione e collaborazione con mamma e papà che si davano i turni in acqua per non lasciare da solo il figlio e la mamma ha dato molto per superare le onde. Esempi positivi,da citare è da cui imparare.
Mi chiedo quando mi si scaricheranno le batterie, sembra tutto facile, la macchina organizzativa per queste trasferte è delirante, ma per ora l’onda spinge ed aiuta e presto un’altra trasferta in uno spot…… epico e noto a tutti!
Mi dispiace che non riesco a pubblicare foto, ma mi rifarò con il prossimo report se torno viva; in tutte queste esperienze che sono veramente incredibili, manca l’Irom che ogni giorno non smetto di guardare. Grazie Andrea per i reports e chissà che il foil prenda piede con la giusta marea per dare una nuova visione al nostro spot. -
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