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Hai ragione ed in effetti sono orgogliosa di andare in acqua anche in condizioni impegnative.
Inoltre vedere altre donne in acqua, Sonia in Brasile che faceva i forward, la Maga in Sud Africa (che mi pare tu conosca), tu, Donata, sono tutti spunti per migliorarmi.Certo Gabri, non ho la pretesa di fare da precursore; sintetizzando penso non tanto a chi c’è stato ben prima di me, ma spero che ci siano più donne nel futuro perché il windsurf, almeno in Italia, è veramente troppo impari.
Uao Andrea, che sorpresa! Happy for you. Sarà una grande emozione; dura resistere però fino a Marzo. Non vedrei l’ora di provarlo.
Prova ad immaginarti la bolina, la velocità, il decollo ed il mantenimento dello stesso, il tutto in uno spazio “ridotto” con più persone…. not easy.
Aspetto però di sentire le tue sensazioni dopo averlo provato: le occasioni non ti mancheranno.Il foil ha una bolina decisamente diversa rispetto al windsurf e quindi trovarsi con un mezzo di navigazione di cui non si ha pieno controllo può comportare dei rischi per sé e per gli altri.
Tempo al tempo, anche il foil si prenderà il suo spazio che sarà quello delle lunghe distanze perché in pochi bordi si coprono molte miglia.
Come in ogni disciplina ci vuole competenza: l’ho provato più volte al Garda da sola ed è stato emozionante; altre emozioni al lago di Santa Croce con molta gente, con il rischio di investire qualcuno nella bolina. In quell’occasione ho deciso che non lo avrei mai più provato in mezzo a tante persone senza prima averne un completo controllo.
Ci vuole pratica e la “cultura delle regole”…Bello Andrea, sono contenta che tu abbia realizzato questo sogno; speriamo tu possa ritornarci.
Bello Andrea, sono contenta che tu abbia realizzato questo sogno; speriamo tu possa ritornarci.
Contenta di aver conosciuto il nuovo socio dell’aawiv, Filippo, che si è già ben integrato con molti. Sarà utile per lui uscire con Ricky e Vivi.
